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100 l'istoria del concilio tridentino


cattolici della legazione mandata a Roma per la celebrazione del concilio, soggiongendo che per ancora non si erano potute accordar alcune difficultá molto grandi circa il modo e luoco. Però continuerebbe operando che si risolvessero e che il pontefice venisse alla convocazione, sperando che non sarebbe per mancar al bisogno della repubblica ed al suo officio: ma quando ciò non riuscisse, intimerebbe un’altra dieta per trovarvi rimedio.

Fu questa la prima libertá di religione che li aderenti alla confessione di Lutero, chiamata augustana, ottennero con pubblico decreto; del quale variamente si parlava per il mondo. A Roma era ripreso l’imperatore d’aver messo (dicevano) la falce nel seminato d’altri, essendo ogni principe obbligato, con strettissimi legami di censure, all’estirpazione delli condannati dal pontefice romano, in che debbono esponere l’avere, lo stato e la vita; e tanto piú gl’imperatori, che fanno di ciò giuramenti tanto solenni; a’ quali avendo contravvenuto Carlo con inudito esempio, doversi temere di vederne presto la celeste vendetta. Ma altri commendavano la pietá e la prudenza dell’imperatore, il qual avesse anteposto il pericolo imminente al nome cristiano per le armi de’ turchi, che di diretto oppugnano la religione; a’ quali non avrebbe potuto resistere senza assicurar li protestanti, cristiani essi ancora, se ben differenti dagli altri in qualche riti particolari: differenzia tollerabile. La massima tanto decantata in Roma, che convenga piú perseguitar gli eretici che li infedeli, essere ben accomodata al dominio pontificio, non però al beneficio della cristianitá. Alcuni anco, senza considerare a’ turchi, dicevano li regni e principati non doversi governare con le leggi e interessi delli preti, piú d’ogni altro interessati nella propria grandezza e comodi, ma secondo l’esigenza del pubblico bene, quale alle volte ricerca la tolleranza di qualche difetto. Esser debito d’ogni principe cristiano l’operare ugualmente che li soggetti suoi tengano la vera fede, come anco che osservino tutti li comandamenti divini, e non piú quello che questo;

con tutto ciò, quando un vicio non si può estirpare senza