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96 | l'istoria del concilio tridentino |
che, compassionando la nazione elvetica, avesse punito e
levato li ministri della discordia. E certamente è pio e religioso pensiero l’attribuir alla divina provvidenza la disposizione d’ogni evenimento; ma il determinar a che fine siano
da quella somma sapienza gli eventi inviati è poco lontano
dalla presunzione. Gli uomini tanto strettamente e religiosamente sposano le opinioni proprie, che si persuadono quelle
esser altrettanto amate e favorite da Dio come da loro. Ma le
cose succedute nelli seguenti tempi hanno mostrato che, dopo
la morte di questi due, li cantoni chiamati evangelici hanno
fatto maggior progresso nella dottrina da loro ricevuta: argomento manifesto che da piú alta causa venne che dall’opera
di Zuinglio.
In Germania si negoziò la concordia delli protestanti con gli altri dagli elettori di Magonza e palatino, e molte scritture furono fatte e mutate, perché non davano intiera sodisfazione né all’una né all’altra parte. Il che fece venir Cesare in resoluzione che il concilio fosse sommamente necessario; e conferita la sua deliberazione col re di Francia, mandò uomo in posta a Roma per trattarne col pontefice e col collegio de’ cardinali. Non faceva l’imperatore capitale di luoco prescritto né di altra condizione speciale, purché la Germania restasse sodisfatta, sí che protestanti v’intervenissero e si sottomettessero; la qual sodisfazione il re ancora diceva esser giusta, e s’offeriva per coadiuvare. Fu esposta l’ambasciata al pontefice in questi termini: che avendo tentato l’imperatore ogni altra via per riunire li protestanti alla Chiesa, avendo adoperato l’imperio, le minacce, gli uffici e il mezzo della giustizia ancora, non restando piú se non o la guerra od il concilio, né potendo venir alle arme, poiché le preparazioni che faceva il Turco contra di lui lo proibivano, era necessitato ricorrer all’altro partito. E però pregare la Sua Santitá che, imitando i suoi predecessori, si contentasse di conceder un concilio al quale protestanti non facessero difficoltá di sottomettersi, avendosi loro piú volte offerto di star alla determinazione d’uno
libero, nel quale debbiano esser giudici persone non interessate.