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I giganti del mare 53

albori mio cugino lanciava il grido: «Balena a tre gomene sottovento!»

Il corpo della balena era perfettamente visibile e luccicava come un immenso fuso d’acciaio sotto i primi raggi del sole sfiorante l’orizzonte.

Di quando in quando dagli sfiatatoi situati sul vertice del capo, uscivano, con sordo rumore, due colonne di vapore biancastro, le quali s’alzavano di parecchi metri, disperdendosi sul mare in goccioline oleose.

– Si direbbe che voi assistevate alla caccia, – interruppe il secondo cuoco, ridendo.

– Silenzio!... – esclamarono Olanssen il carpentiere, ed il velaio, stringendosi maggiormente attorno al mastro, per non perdere una sola sillaba.

Tutti avevano imitato il loro esempio. Anche le guide alpine e Cardenti s’erano avvicinati, quantunque ben poco potessero comprendere.

– Si trattava d’una balena azzurra di dimensioni straordinarie, – continuò Andresen. – Mio cugino mi affermò che era lunga diciotto metri e anche di più, una massa veramente gigantesca.

Le due scialuppe, nel più profondo silenzio, si erano scostate dal brigantino mentre vi si preparavano i cannoni da caccia.

I due fiocinieri avevano impugnato i loro ramponi e si tenevano a prora, con un ginocchio fortemente incastrato in una specie di scanalatura che si trova dietro l’asta, onde non perdere l’equilibrio nel momento supremo.

Già le scialuppe erano giunte a trecento metri dal cetaceo, quando questi, accortosi forse della presenza di quei minuscoli, ma pur sempre pericolosi avversarii, lanciò una nota acuta, battendo la coda con inquietudine.

Malgrado le ondate, le due piccole baleniere non si erano fermate, anzi avevano raddoppiata la corsa, lasciando ormai da parte ogni prudenza.

Il brigantino le seguiva a breve distanza, pronto a cannoneggiare il cetaceo ed a portare soccorso alle scialuppe.

«Attenzione!...» gridarono ad un tratto i mastri.