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bile che i banditi, che chiacchieravano poco fa dinanzi all’altro sbocco, si siano spinti fin qui.
Rimase un momento perplesso sul da farsi, poi prese risolutamente partito.
— Chiunque siano, non devo lasciarli perire. E poi vi sono l’ingegnere ed il suo compagno fra i banditi.
Aveva alcune torce d’ocote dietro la sella. Ne accese una, legò la cavalla, poi si spinse verso l’imboccatura della miniera.
— Proviamo se l’aria è respirabile, innanzi tutto, — disse. — Quel maledetto grisou abbrucia prima e poi asfissia.
Nella galleria, vastissima e dalla vòlta molto alta, l’aria si era subito purificata, e Buck potè inoltrarsi liberamente, senza correre il pericolo di aspirare gaz pericolosi sviluppati dallo scoppio.
Fece quasi di corsa due o trecento passi, sempre in discesa, incespicando di quando in quando. Massi di carbone, rotaie, vagoncini e traverse divelte dalle armature per la violenza dello scoppio ingombravano la galleria. Buck si trovò improvvisamente in una immensa caverna.
— Ma io conosco questo deposito carbonifero, — disse.
Alzò la torcia d’ocote e gli sfuggì un grido: — Dei morti!
Dietro un cumulo di carbone incendiato dalla fiammata del grisou aveva scorto tre persone rovesciate le une sulle altre.
Buck Taylor si era precipitato innanzi, si era curvato rapidamente sui corpi inanimati, guardandoli in volto.
— L’ingegnere! — esclamò. — Ah! mio Dio, forse sono giunto troppo tardi. Il gaz, detonando, lo ha asfissiato.
Lo prese fra le braccia e si slanciò nella galleria, correndo come una lepre. Lo depose presso la cavalla, poi ritornò nella caverna sempre di corsa, portando successivamente fuori Blunt ed il vecchio.
— Non perdiamo tempo, — mormorò. — I cuori di questi uomini battono ancora. Chissà!
Aprì la bocca dell’ingegnere, gli afferrò la lingua, e prese a tirargliela: con la mano sinistra gli alzava intanto ora un braccio ed era l’altro. Passò poi a Blunt e a Clayfert, compiendo gli stessi movimenti per riattivare la respirazione.
— Ventre d’orso grigio! — brontolava il cow-boy. — Che non riesca a salvarli? Come sì trovavano in quella caverna? Che siano stati essi a dare fuoco al grisou? Imprudenti! Dovevano immaginarselo che sotto quelle vòlte c’era il gaz detonante.
Mentre parlava, non cessava di tirare la lingua ora all’uno ed ora all’altro, soffregando anche energicamente i loro petti.
Cominciava a dubitare di poterli richiamare in vita, quando un lungo sospiro sfuggì ad Harris.
— Signore! Signore! — gridò Buck, — aspirate bene l’aria...