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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO | 21 |
fuorchè all’idea di venire sepolti per sempre in terra straniera, temendo che la loro povera anima si smarrisca nel regno infinito dello spazio celeste.
Cosicchè, per evitare quel pericolo, prima ancora di lasciare la patria, ogni cinese prende cura di assicurare il proprio cadavere o meglio le proprie ossa, presso compagnie speciali le quali garantiscono il ritorno in patria della salma.
Dopo tre anni, il suo cadavere, in qualunque luogo si trovi, viene esumato da incaricati speciali, chiuso in una bara o anche semplicemente in una latta da petrolio, trattandosi di sole ossa, ed imbarcato pel celeste impero. D’altronde il prezzo del trasporto è poco elevato, pagandosi due sterline per ogni latta.
Quando il Re dei Granchi, l’ingegnere e lo scrivano giunsero al villaggio, stava per calare la notte, ma il lavoro dei pescatori non era cessato.
Nelle vie tortuose, fra un numero infinito di gatti e di cani, destinati presto o tardi a finire in pentola, parecchie dozzine di celestiali semi-nudi stavano preparando veri ammassi di granchi pescati nella giornata.
Mentre alcuni li immergevano in enormi pentoloni, colmi d’acqua bollente e altri li facevano passare sotto grossi rulli di legno per sbarazzarli del guscio, alcuni vecchi li riducevano in polpa schiacciandoli entro ceste di vimini, per essere imbarcati l’indomani e portati alla colonia cinese di S. Francisco.
Il Re dei Granchi passò fra i pescatori con aria altezzosa, senza degnarsi di rispondere ai loro saluti e si fermò dinanzi ad una piattaforma su cui si ergeva un altare coperto di grossi granchi offerti alla divinità, con nel mezzo un alto vaso di bronzo.
Si levò da una tasca una fialetta contenente dell’acquavite di riso, la versò in una tazzina di porcellana, l’agitò per qualche istante con un bastoncino, poi la gettò entro il grosso vaso.
— Che cosa fate, mastro Simone? — chiese lo scrivano.
— Rendo omaggio al dio Granchio, — rispose il negro fra il serio ed il faceto. — È una cerimonia che non devo trascurare od i miei pescatori domani non avrebbero fortuna.
— E quei grossi granchi, che cosa fanno lì? Li lasceranno marcire?
— Quando tutti si saranno ritirati il sacerdote se li prenderà, le offerte spettando a lui.
— Mangia pel dio.
— Fanno meglio al suo ventre che a quello della divinità, — rispose il negro. — Ecco la mia dimora. Avete paura d’entrare?