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18 | E. SALGARI |
in mezzo alla moltitudine di navi che ingombravano la baia: velieri, piroscafi ed incrociatori della squadra del Pacifico.
Nessuno aveva più parlato. L’ingegnere d’altronde pareva assai pensieroso e gettava solo, di quando in quando, sguardi biechi verso il negro, che fumava tranquillamente un grosso virginia. Anche lo scrivano pareva preoccupato e taceva, guardando distrattamente le navi che la scialuppa rasentava.
Avevano già percorso un paio di miglia e cominciavano a solcare le acque libere, quando lo scrivano disse:
— A che cosa pensate, signor Harris?
— All’imprudenza che abbiamo commesso seguendo questo negro, — rispose l’ingegnere. — Avremmo fatto meglio a recarci da miss Annie.
— Ditemi, signor Harris, la conoscevate anche prima che si presentasse all’asta?
— È un mese che la seguo.
— Sa chi siete voi?
— Le sono stato presentato in un ricevimento dato dall’ingegnere delle tramvie californiane.
— Allora siete certo che non rifiuterà di ricevervi?
— Lo spero. Durante l’asta non mi ha staccato gli occhi di dosso.
— Dunque non le spiacete?
— Mi sembra, purchè non sia una mia illusione, — rispose il giovane con un sospiro.
— Ebbene, signor Harris, dopo andremo a Cartown. Le fanciulle americane non temono di ricevere anche dopo le otto o le nove di sera e per quell’ora noi saremo di nuovo a S. Francisco.
Sarei curioso di sapere che cosa desidera farvi vedere questo negro. Il Re dei Granchi!... La tribù dei Granchi è formata di cinesi pescatori. Come mai quest’uomo ne è diventato il capo?
— Anche a me la cosa sembra straordinaria, — disse l’ingegnere. — I cinesi non si uniscono mai agli stranieri.
— Ah!... — esclamò ad un tratto lo scrivano. — Mi ricordo di un matrimonio che ha fatto molto chiasso fra i cinesi della colonia. Deve essere stato questo negro a sposare la Regina dei Granchi...
— Che cosa volete dire, Harry? — chiese l’ingegnere.
— Mi ricordo che due anni or sono, nel villaggio N. 3, che era il più importante della colonia dei pescatori cinesi, regnava una donna invece d’un uomo. Essa era chiamata appunto la Regina dei Granchi, vedova d’un capo e si diceva fosse molto ricca.
Se la memoria non m’inganna, correvano voci che avesse non meno di cinquantamila sterline depositate presso le banche.
— Un milione e mezzo di lire!... — esclamò l’ingegnere impallidendo.