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Tutti gli elementi scatenati si scagliano sugli uomini e sulle cose, poi, rapidamente come era venuta, la bufera scompare lasciando nell’aria un freddo acutissimo.

E non si creda che questi cicloni scoppino di rado. In sei anni dal 1875 al 1881, se ne contarono sulle pianure americane ben quattrocento e cinquantuno, che uccisero settecento settantasette persone, ne ferirono gravemente cinquecento quaranta, senza contare gl’indiani delle praterie; demolirono quasi mille case, e distrussero da capo a fondo una cinquantina di villaggi.

Negli otto anni successivi, i cicloni uccisero invece la cifra terribile di tremila persone.

Durante il ciclone che si rovesciò su Delphos nel Kansas, nell’agosto del 1879, alcune persone furono completamente spogliate delle loro vesti e ridotte in poltiglia nerastra.

Uno scorridore della prateria, che si era rifugiato in un fienile, fu sollevato in aria come una piuma, poi lasciato cadere presso un cavallo cui tentò invano di aggrapparsi, quindi ancora travolto: fu trovato poi svenuto con un ciuffo di crini fra le mani. Un gatto fu trasportato a ottocento metri di distanza e fu rinvenuto appiattito, come se uscisse da un laminatoio, mentre una casa costruita in pietra veniva scaraventata a cento metri dal luogo dove sorgeva.

A Grinnel invece, che fu colpita nel 1897, il ciclone scavò buche profonde molti metri; a Pomeroy, nell’Illinois, le case si urtarono come foglie sorprese da una raffica e rovinarono le une sulle altre, seppellendo gran parte degli abitanti. Invece, il ciclone che imperversò sul lago Michigan nel 1889, trasportò le barche a vela come se fossero cervi volanti e abbattè alcuni grossi navigli trascinandoli entro terra!

Ciò può bastare per farsi un’idea della tremenda violenza degli uragani che si abbattono sull’America settentrionale e anche sul golfo del Messico. Questi ultimi sono anzi più pericolosi, perchè ordinariamente sono seguiti da scosse di terremoto che sconvolgono sovente le isole Antille, producendo danni incalcolabili.

Quello che si era scatenato sul Gran Cañon e sulle praterie circostanti, non doveva essere uno dei più deboli, a giudicare dai ruggiti possenti del vento e dal fragore assordante dei tuoni, e chissà quali sconvolgimenti terribili aveva prodotto fra quel caos di rupi e di abissi spaventevoli, nel momento in cui Buck Taylor aveva gridato.

Harris, Blunt, Annie e tutti gli altri, svegliati bruscamente, prima da quel rombo che aveva scosse le pareti del cliff, poi dall’allarme dato dal colonnello, erano balzati precipitosamente in piedi, credendo che il soffitto della sala stesse per crollare.

Il fuoco era quasi spento, solo qualche tizzone finiva di consu-