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102 E. SALGARI


— Sua moglie! — esclamò Blunt.

— Aspettate un po’, eterno curioso. Il colonnello le chiese subito come mai si trovasse fra quelle belve umane, e se avesse dei parenti.

— Sono dieci anni che mi trovo qui, — rispose la donna. — Prendetemi, per carità, con voi e conducetemi da mio marito, se vive tuttora.

— Chi era? — chiese il colonnello.

— Il comandante del forte di Macrae.

Ciò che successe poi, potete immaginarvelo. La povera donna che gli Apaches avevano accecata per impedirle di fuggire, fu fatta salire a cavallo, e la banda lasciò quel paese maledetto, rinunciando a continuare la strage.

Oggi il colonnello è diventato un pacifico allevatore di bestiame, e non si occupa che della felicità della sua disgraziata consorte.

— Peccato non essere nato vent’anni prima, per fare parte della sua banda, — disse Blunt. — Per me, non avrei risparmiata nessuna di quelle belve umane.

— Ecco la stazione, disse in quel momento l’ingegnere, — ed ecco la palazzina del colonnello. Volete attendermi qui, Blunt? Vi è un bar laggiù dove potrete bere un bicchiere di birra. Il mio colloquio con il colonnello non durerà molto e non dispero, col suo appoggio, di avere questa sera una corriera a nostra disposizione.

— Vi attendo al bar, signor Harris, — rispose lo scrivano.

Aveva appena lasciato il compagno, e s’avviava zufolando verso la taverna, quando si trovò improvvisamente dinanzi a due uomini che indossavano il pittoresco costume dei vaqueros messicani e sembravano ubriachi.

Uno dei due, sia che avesse realmente perduto in quel momento l’equilibrio o che cercasse di commettere qualche prepotenza per attaccar lite, urtò così ruvidamente il giovane da mandarlo a sbattere contro la parete della stazione.

Woa wangh!... — urlò il vaquero riprendendo subito l’appiombo. — Hai bevuto molto stamane.

— A me, lupo villano!... — esclamò Blunt, mettendo una mano in tasca. — Sei tu brillo, brigante!...

— Gambe di ragno!... A me dare del brigante! — ribatte il vaquero con tono minaccioso. — Chiudi il becco, ragazzaccio slavato.

— Buttalo con le gambe in aria, Montero, — disse il suo compagno.

Blunt aveva già udito altre volte parlare della prepotenza brutale di quei pastori, ma non era uomo che mancasse di fegato, nè da lasciarsi placidamente insolentire.