Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/111


LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO 101


— I più crudeli di tutta l’America Settentrionale, — rispose l’ingegnere. — Ve lo dissi già.

— Continuate, signor Harris.

— Quantunque gravemente ferito, dopo due ore di fatiche inenarrabili, Pelton riusciva a guadagnare il forte di Macrae.

Là, in grazia delle cure dotte ed incessanti dei medici militari, le sue ferite poterono rimarginarsi in un tempo relativamente breve, ma egli trascorreva ormai una vita infelice, senza amore e senza speranza, con l’orribile visione della giovane e bellissima moglie giacente ai suoi piedi, trafitta dalle frecce indiane.

Da quel giorno nell’animo del colonnello si fece sempre più imperioso il sentimento della vendetta, tanto che giunse a non avere altro pensiero ed a credere che la sua fosse una missione sacra impostagli del cielo, per liberare la terra da quelle belve sanguinarie.

Da quel momento si votò allo sterminio delle Pelli Rosse.

Era ricco: si procurò le armi più perfezionate e micidiali, formò una banda di uomini audaci come lui ed iniziò una guerra tremenda, mettendosi a capo d’ogni spedizione rivolta contro gli uccisori di sua moglie.

— Mi avete detto però che è ancora viva, — disse Blunt.

— Adagio, amico. Ora viene la parte più interessante della storia, — rispose Harris. — Quando Pelton veniva a sapere che una tribù era in guerra cogli Apaches, feroci sempre, perfino contro gli uomini della loro razza, accorreva coi suoi uomini a prenderne il comando. La vita non aveva ormai più nessuna attrattiva per quel valoroso e la esponeva pazzamente, eppure tornava sempre incolume da quelle scorrerie.

Un giorno, dopo dieci anni, trascorsi sempre battagliando, avendo potuto radunare una cinquantina di quei terribili avventurieri, che si trovano soltanto sulle frontiere americane, egli decise di attaccare i suoi nemici nei loro stessi accampamenti.

Gli Apaches non avevano mai creduto, fino allora, che vi fosse un uomo così temerario da inoltrarsi nei loro deserti e fra le loro montagne inaccessibili, senza essere accompagnato da una scorta formidabile; e così, quando il colonnello piombò improvvisamente nei loro accampamenti, sparando le carabine Henry, i selvaggi fuggirono quasi senza opporre resistenza, e abbandonarono le loro mogli ed i loro figli alla rabbia dei vincitori.

Il massacro era cominciato, quando il colonnello vide uscire da una wigwam una donna bianca, che gridava: — Uomini della mia razza, risparmiate le donne e gl’innocenti!

Aveva appena pronunciate quelle parole che cadde subito svenuta ai piedi di Pelton. Quando rinvenne, egli si accorse che quella misera era cieca.