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LA SOVRANA DEL CAMPO D'ORO | 97 |
fiamme e quasi tutti i minatori erano fuggiti dinanzi alle scorrerie degli Apaches. Perfino il fortino di Ashera era stato assalito da un’orda di Navajoes, e per poco la guarnigione non era stata massacrata da quei feroci guerrieri.
Il gran capo Victoria era ormai padrone del Gran Cañon e le sue bande occupavano le due rive del Colorando, spingendo esploratori perfino nel Marble Cañon.
— Che cosa faremo, signor Harris? — chiese Annie, guardando con ansietà il giovane che pareva assai preoccupato per quelle nuove, tutt’altro che liete. — Volete che aspettiamo qui che gl’indiani si ritirino nei loro deserti?
— Quando l’indiano si mette sul sentiero della guerra non si ritira finchè non viene cacciato da un nemico più forte di lui, — rispose Harris. — Il governo dell’Unione prenderà certo dei provvedimenti e manderà qui delle truppe per scacciare quei predoni, ma quando giungeranno i rinforzi? Passeranno molte settimane ed intanto che cosa potrà accadere di vostro padre? No, Annie, noi dobbiamo partire.
— E senza perdere tempo, — aggiunse Blunt con vivacità. — Non siamo persone paurose noi, diamine!...
— Grazie, miei valorosi amici, — disse Annie, con voce commossa, tendendo loro le mani.
— Facciamo colazione, poi io e Blunt andremo a trovare il mio amico colonnello, il quale, forse, deciderà il corriere ad accompagnarci fino al Cañon.
— Chi è? — chiese Annie.
— Il signor Pelton.
— La cui moglie fu per tanti anni prigioniera degli Apaches? — chiese Annie.
— Lo conoscete?
— Ne ho udito parlare sovente e conosco la sua dolorosa storia.
— Ma non io, — disse Blunt.
— Ve la narrerò durante la via, eterno curioso, — disse Harris, ridendo.
CAPITOLO XIV
Il colonnello Pelton
Terminata la colazione, Harris e lo scrivano lasciarono l’albergo, risoluti a formare una piccola banda che li scortasse fino al Gran Cañon, nel caso che non potessero ottenere una corriera.
- Dove abita quel colonnello? — chiese lo scrivano.
— In una palazzina che sorge presso la stazione, — rispose