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182 capitolo ventiduesimo


— No, da quella parte! — gridò il capitano, che si era accorto del pericolo. — Salvatevi su qualche roccia! —

Mentre un jack si fermava sotto la rupe scalata dal cosacco, sforzandosi di salirla, l’altro si era slanciato sulle tracce del russo muggendo e facendo volare i sassi sotto gli zoccoli.

Il maledetto animale, quasi si fosse avveduto che dalla parte del precipizio Fedoro non poteva sfuggire, con un fulmineo giro lo aveva costretto a ripiegarsi verso l’abisso.

Il disgraziato cacciatore si era pure accorto che la morte lo minacciava dinanzi e di dietro. Cercò di tornare sui propri passi per raggiungere la gola, ma era troppo tardi.

Lo jack, sempre più inferocito, lo incalzava da presso.

— Fedoro, — gridò Rokoff, il quale caricava frettolosamente la carabina. — Gettati al suolo! —

Il capitano, che non era riuscito a raggiungere la cima della roccia, si trovava nell’assoluta impossibilità di tentare d’accorrere in aiuto di Fedoro.

Costretto a tenersi aggrappato alla radice, si trovava lui stesso in grave pericolo, perchè sotto di lui il secondo jack balzava come un indemoniato, sfiorandogli le suole degli stivali colle corna.

Fedoro, smarrito, si era arrestato sull’orlo della spaccatura. Era un abisso di venti metri e largo più di cento colle pareti tagliate a picco e con in fondo un torrentaccio che scrosciava cupamente fra le rocce.

— Sono perduto! — mormorò.

Lo jack caricava allora a testa bassa, pronto a precipitarlo nel baratro.

Già non restavano che pochi metri, quando si udì la detonazione della carabina di Rokoff.

L’animale, colpito in qualche organo vitale s’impennò, rizzandosi sulle zampe posteriori, girò due volte su sè stesso, poi stramazzò su un fianco.

— Fuggi, Fedoro! — gridò Rokoff.

Non vi era bisogno che lo eccitasse.

Il russo, sfuggito miracolosamente a quel terribile salto che doveva ridurlo in una poltiglia sanguinosa, si era già messo a correre verso la gola, ricaricando la carabina.

— Salviamo ora loro, — si era detto.

Il secondo jack, accortosi della presenza di quel nuovo avversario, si era lasciato scivolare dalla rupe, ma doveva