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106 capitolo quattordicesimo

per mobili che delle stuoie di nervature di bambù e una lanterna di carta oliata e scolorita dal lungo uso. In un angolo però si vedeva uno di quei letti usati dai contadini cinesi, fatti di mattoni con uno spazio vuoto al disotto onde collocarvi il fuoco durante le notti fredde e poche coperte di grosso feltro molto logoro.

Vi erano invece numerosi vasi di terra ripieni di acquavite di riso e una collezione di pipe per fumare l’oppio.

I tre aeronauti, accertatisi di essere soli, si affacciarono alla finestra che metteva sulla veranda e dalla quale si dominava un vasto tratto di foreste.

I soldati manciù erano ancora lontani tre o quattrocento metri, e s’avanzavano lentamente, senza alcuna precauzione, chiacchierando e ridendo forte.

Erano una dozzina, luridissimi, stracciati, con dei cappelli di feltro nero a tesa ripiegata e infioccati, lunghe zimarre di cotone azzurro e alti stivali di grossa stoffa nera colla suola bianca. Sulle spalle portavano una cappa di pelle di montone colla lana all’infuori e dei moschettoni lunghi, pesanti e a miccia.

— Che splendidi guerrieri! — esclamò Rokoff. — Non saranno certamente quelli che ci metteranno fuori combattimento.

— Bada, — disse Fedoro. — Sono robusti e coraggiosi.

— Che ci siamo ingannati? — si chiese il capitano. — Non mi pare che abbiano idee bellicose costoro. Non vedete come si avanzano tranquilli, senza nemmeno accendere le miccie dei loro fucili?

— È vero, — rispose Fedoro. — Che vengano qui per bere un po’ di acquavite? Quel tartaro doveva essere qualche taverniere.

— Tuttavia si dirigono verso questa casa e non potremo rifiutarci dal riceverli, — disse Rokoff. — Ah! che idea!

— Che cosa volete dire? — chiese il capitano.

— Riceviamoli e facciamo gli onori di casa.

— Ma riconoscendo in noi degli stranieri non ci lasceranno andare liberi, — disse Fedoro. — L’europeo non può spingersi oltre le frontiere della grande muraglia, senza esporsi a gravi pericoli.

— Che siano i soldati che ci hanno cannoneggiati?

— Certo, signor Rokoff, — rispose il capitano — ed è per questo che non vorrei aver da fare con loro.

— Cerchiamo un mezzo per cavarcela.

— Vorrei ben trovarlo e... se ritirassimo la scala e lasciassimo i soldati padroni della stanza inferiore?