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XLVll!

NE. Nel trascrivere i nomi propij ho seguito in generale la pronunzia degPisraeliti italiani e portoghesi. Non diedi però alla ieuera p il suono nasale che ha presso di noi; ma la umisi del tutto, 0 vi soszituii ‘ma vocale. Rappresenlai la n c0ll’il, in n con HH, e la 5 con Cl! alla tedesca. A scanso di ambiguità feci uso della K nelle sillabe CHE, CHI, quando sono da pronunziarsi ali‘ italiana; p. e. Kenan (E?) La Z rappresenta sempre la I, non mai la y, cui espressi con S, o SS, come pronunzianla tutti gli orientali (ebrei, siri, ed arabi), e come pronunziavanla i nostri vecchi. La Scin non seguita (la vocale, espressi con Sii, all'inglese. Espressi la Tau raiaul con TH, ed in fine di vocabolo con semplice T.

Nei nomi, in cui qualche vocale si cangia per la pausa, eonservai costantemente la pronunzia più comune, quella cioè che hanno fuori di pausa; scrivendo sempre p. e. Lemecli, lei-ed, non mai Lamech, lared.

ln alcuni nomi più celebri adouai la pronunzia, colla quale sono conosciuti in italiano, benché: non del tutto conforme al- l'originale ebraico; scrivendo p. e. Eva, anziché Hliavvà; Abele, piuttosto che Hevel; e così Noc, Abramo, Sodoma, Gomorra, Faraone, Giuseppe, Mosè.