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giovani, in due parti ci convien dividere la grammatica ebraico. Verte la prima parte precipuamente sulle regole della puntazione, sul vario valore dei vari punti vocali, sulle loro scambievolì permutazioni, sul ivfl e sul mm, e sugli accenti distinguenti e non distingueoti, e riposa per conseguenza principalmente sull‘ autorità dei puntatori; e tale è per lo più la grammatica comunemente insegnata nelle nostre scuole, e trattata nelle loro opere della maggior parte dei nostri gram- matici, e che cliinmasi pflpflfl nozn e di questa non trovasi traccia nei tempi talmudici, siccome quelli che all’ invenzione delle interpunzioni erano anteriori. Verte poi la seconda sulle proprietà della lingua ebraica in sè stessa riguardato, {alla astrazione da tutto il sistema delle interpnnzioni; tratta dei vari valori delle lettere servili, e dei vari reggimenti dei verbi; indaga l'uso dei vari tempi nelle varie loro forme, e la specifica energia delle varie forme dei verbi, ossieno UN); insegna le regole- della sintassi semplice, e della figurata; esamina i tropi, e tutte le maniere rettoriche e poetiche; distin- gue i sinonimi, ed inquirisce il preciso valore d’ogni vocabolo.

Questa parte è quella ch’è meno trattata nelle comuni grammatiche, molto però, ma non quanto basta, nei commenti sui libri sacri o nei lessici, e cliiamasi 31111521 man. Questa non fu negletta dai Dottori del Talmude, il quale ne tratta neila stessa prima pagina Tu‘ ‘si: fimo Nîp R55 214 spie- gato da ‘non: rinm m; m‘: ma w pub ‘n21 m? "su": >1: l'Fbi 1m Vedi Vbph 1731: pag. 170.

E necessaria la cognizione della prima parte, ossia della plîpîn nnîfl siccome di grande sussidio nell‘ Esegesi sacra, aprendoci essa il pensiero dei puntatorLe molte volte insieme l'antica tradizione. M21 è la seconda, ossia la pmBn D037‘! lon- daniento essenziale, sul quale riposar deve principalmente la suora Ermeneutica.