Pagina:SD Luzzatto - Commentary on Bereshit.pdf/23


xii

fu già dal dottissimo Abravanel nella Prefazione al libro di Geremia impugnata, alle ragioni del quale una fortissima aggiunge Elia Levita nella famosa terza Prefazione del suo מסורת המסורת ed è, che se le lezioni marginali (dette קרי וכתיב) erano state da Esdra e suoi colleghi introdotte nei luoghi di dubbiezze, d'onde avvenne egli mai che di tali marginali lezioni abbiano luogo nei libri da Esdra stesso scritti, e da suoi collaboratori, p. e. nei libri di Neemia, d'Ester, dei Paralipomeni ecc.? Mentre assurdo sarebbe l'immaginare ch'essi, che gli autori erano di tali volumi, dubbii si trovassero ed incerti sopra qualche lezione di quei medesimi libri.

Ma una considerazione più ancora importante io trovo qui da aggiungere, la quale m'induce a totalmente negare siflatto detrimento che si vorrebbe dai sacri libri sofferto nell'emigrazione babilonese. lo trovo nei libri scritti posteriormente alla testè accennata catastrofe fatta menzione di quantità di volumi, da noi nei successivi secoli perduti: trovo, a cagion d'esempio, citate nei Paralipomeni le profezie di נתן, di אחיה, di שמעיה, di עדו, di יהוא בן חנני e le Cronache particolari dei Re di Giuda e d'Israele. Se dunque la babilonese invasione non ha contribuito alla perdita di tanti volumi di meno importanza, i quali si sono poscia, appunto per la poco loro entità, da noi perduti; come mai si vorrebbe che quell'invasione, per quanto sia stata violenta, distrutti avesse o mutilati gli esemplari della legge di Dio, esemplari ch'esser dovevano per loro natura infinitamente più moltiplicati, e più gelosamente assai da chiunque li possedeva, custoditi‘? Epperò, benamati giovani, temer non dobbiamo di stabilire qual fermo principio, che i sacri libri non hanno per niente sofferto nella soluzione del Regno dei padri nostri; che Esdra non ha nè emendato, nè in verun modo modificato il Sacro Codice; che egli non era Scriba, e che il sacro Testo, che noi abbiamo