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372 COME VI PIACE

gherei di comprar la capanna e ogni altra cosa per nostro conto, noi ti daremmo di che pagare tutto.

Cel. Ed aumenteremmo quindi il tuo salario. Mi piacciono questi luoghi e vi passerei volentieri la vita.

Cor. Tutto è certo da vendere; venite con me; se il luogo vi si addice, se le entrate vi talentano e questo genere di vita vi piace, acquisterò il podere per voi e lo coltiverò con amore. (escono)

SCENA V.

La stessa.

Enrano Amiens, Giacomo ed altri.

Canzone.

Am. Tu, cui la Corte rese infelice, vieni con me fra questi boschi, vieni a gustare le dolcezze di questi luoghi, ad intendere il canto felice degli uccelli, qui dove tutto è amore e sincerità. Noi godiam ora le gioie che mai non cessano, e altro nemico non abbiamo che l’inverno e il mal tempo.

Giac. Continua, continua; te ne prego, continua.

Am. Diverreste più malinconico, Giacomo.

Giac. È quel che bramo. Continua, te ne prego, la malinconia è il mio elemento.

Am. La mia voce è aspra, nè potrebbe piacervi.

Giac. Non vi prego di piacermi, vi prego di cantare. Su via, un’altra strofa.

Am. Piuttosto per soddisfarvi che per mio diletto.

Giac. Come volete, purchè cantiate.

Am. Finirò la mia canzone. Intanto voi, signori, apprestata il desco. Il duca pranzerà sotto quell’albero. Egli vi ha cercato tutt’oggi.

Giac. Ed io l’ho tutt’oggi evitato: v’hanno giorni in cui mi sento sì tristo, che non posso parlare. Su via, cantate.

Am. (cantando) Se stanco delle Corti la vanità delle loro grandezze più non ti alletta, se non temi le vampe del sole, più che i dolori dell’anima, vieni ad abitar questi luoghi: se un parco desco può bastarti, se dalle leggi della natura non dissenti, vieni, vieni, e felice sarai, e altro nemico non avrai che l’inverno ed il mal tempo.

Giac. Vi dirò alcuni versi che feci ieri su questo metro.

Am. Ed io li canterò.