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atto quinto 359


Ces. Cleopatra, nulla di quello che vi siete riserbato, nè di ciò che manifestato avete, entrerà nelle mie conquiste. Ciò sarà vostro sempre, disponetene a vostro grado, e credete che Cesare non si abbassa fino a mercanteggiare con voi i vili effetti che vendono gli artefici. Rassicuratevi perciò, e cessate, allorchè siete libera, di credervi prigioniera. No, cara regina, nostra intenzione è di dar norma alla vostra sorte coi consigli che ci darete voi stessa. Vivete, vivete in pace; l’interesse e la pietà che m’ispirate, vi creano un amico in Cesare, ed è con questi sentimenti ch’io vi lascio.

Cleop. Oh, mio signore e sovrano!

Ces. Non accetto tal titolo, signora; addio. (esce col seguito)

Cleop. Ei mi piaggia, mie amiche, mi piaggia con belle parole per farmi dimenticare quello che debbo alla mia gloria. Ma odi, Carmiana.     (le parla sommesso)

Iras. Finisci, finisci, buona signora; il giorno splendido è passato, e siam rimasti fra le tenebre.

Cleop. Affrettati, Carmiana. — Te l’ho già detto, tutto è disposto: va e sii sollecita.

Car. Vado, signora.                                   (rientra Dolabella)

Dol. Dov’è la regina?

Car. Miratela.                                   (esce)

Cleop. Dolabella?

Dol. Signora, compio il mio giuramento e i vostri ordini; la mia amicizia mi fa un dovere religioso di riempierli, e vengo per annunziarvi che Cesare ha risoluto di partire, prendendo la strada di Siria, e che fra tre giorni vi manda a sè dinanzi, in un coi vostri figli. Profittate, secondo la vostra prudenza, di questo avvertimento. Io ho esauditi i vostri desiderii e la mia promessa.

Cleop. Dolabella, non potrei mai soddisfare il debito che ho con voi.

Dol. Sono troppo fortunato di avervi servito; addio, buona regina: convien ch’io torni da Cesare.     (esce)

Cleop. Addio, e mille azioni di grazia ti siano rese. Ora, Iras, quali sono i sentimenti tuoi? Andrai dunque per le vie di Roma, al pari di me, imprecata e derisa? La plebe degli artefici coi loro abiti immondi, coi loro strumenti alla mano, ci solleverà adunque brutalmente fra le braccia per mostrarci al disopra di tutti, e ammorbarci con aliti impuri mescolati a nubi di polvere?

Iras. Gli Dei ce ne preservino.

Cleop. Tale è la sorte che ci aspetta, Iras. Insolenti littori ci noteranno a dito come pubbliche cortigiane; miserabili cerretani