Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
266 | cimbelino |
Cimb. Vieni; mettiti al mio fianco; muovi ad alta voce la tua dimanda. — Signore, (a Jachimo) inoltrate; rispondete a questo giovine, e fatelo con coscienza; o, lo giuro per l’onore della nostra corona, le più crudeli torture sapranno strappare il vero dal seno della menzogna. — Su, via parla.
Imog. Voglio che questo cavaliere dica da chi ebbe quell’anello.
Post. (a parte) Che importa a lui di ciò?
Cimb. Rispondete: quel diamante che vi brilla in dito, come è divenuto vostro?
Jach. Vorrai tu dunque mettermi sull’eculeo, onde strapparmi un segreto che, rivelato, porrà te pure sui carboni accesi?
Cimb. Che dici?
Jach. Godo che mi si voglia forzare a far palese una cosa che mi rodeva l’anima. Ebbene: io son divenuto possessore di questo anello con un’atroce perfidia. Esso apparteneva a Leonato Postumo, che tu hai bandito; e di cui, odilo e sempre te ne rimorda, non visse mai più nobile mortale sotto la vôlta dei cieli. Vuoi ch’io prosegua, Milord?
Cimb. Di’ quanto sai intorno a questa materia.
Jach. Tua figlia, quel raro tesoro, la cui rimembranza mi dilania, e agghiaccia gl’ingannatori miei spiriti... oh spietato affanno! perchè mi togli anche la lena?...
Cimb. Mia figlia? che vuoi tu dirmi? rinfrancati; favella. Amo che tu viva finchè agli Dei piacerà, anzichè vederti morire prima ch’io sia messo alla luce di tutto. Mia figlia, dicesti?...
Jach. Un giorno..... maledizione a quell’ora! in Roma..... abbominio alla casa che ne albergava! in un festino... a mensa..... oh! perchè non erano le nostre vivande avvelenate, almeno le mie?... il virtuoso Leonato... che dirò? egli ben meritava per la sua bontà di non iscontrarsi in ribaldi... seduto con noi, e malinconico, porgeva ascolto alle lodi che da noi si prodigavano alle nostre amanti italiane, estollendo la loro beltà in modo da non lasciargli più alcun encomio per la sua; e ben meglio a lui, che a noi, si addiceva parlar di bellezza. Spogliando le statue de’ loro più leggiadri attributi per adornarne le nostre belle, noi riunivamo in esse tutte le forme eleganti che l’avara natura si piace soltanto di abbozzare, e l’arte rende perfette; e vi aggiungevamo tutte le sensibili qualità che c’inspirano amore per una donna, e ce la fanno apparire un angelo disceso dal cielo.
Cimb. Io sono sulle spine: vieni al fatto.