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ATTO TERZO




SCENA I.

Brettagna.

Entrano Cimbelino, la Regina, Cloten, e Lordi da un lato; dall’altro Caio Lucio con seguito.

Cimb. Dinne adesso: che domanda Cesare Augusto?

Luc. Quando Giulio Cesare, di cui vive e vivrà eterna la memoria nel mondo, era in quest’isola da lui conquistata, Cassibelano tuo zio, egualmente illustre e per le lodi prodigategli dal grande imperatore, e per le proprie sue geste, sottomise sè e la propria Corona a pagare a Roma un annuo tributo di tremila monete d’oro: ora, da poco in qua, tu hai dimenticato di adempiere al debito.

Reg. Ben dici; e per isciogliere con una sola parola il fascino, che ti fa tanto maravigliare, sappi che quel tributo andrà dimenticato per sempre.

Clot. Molti Cesari ancora dovranno comparire, primachè un Giulio ritorni! La Brettagna è per sè sola un mondo1; e nulla daremo delle nostre sostanze, perchè accordato ne venga il diritto di respirare il nostro aere nativo.

Reg. Quella medesima opportunità che tanto valse ai Romani, e concorse a farli rapitori de’ nostri beni, ora si offre a noi, perchè abbiamo coraggio di riacquistarli. — Ricordate, o signore, i re vostri proavi; ricordatevi del valore degli abitanti di questa isola, che, come il dominio di Nettuno, è fiancheggiata d’inaccessibili scogli, cinta di roccie e di mari in tempesta, che mai non sopporteranno nemici vascelli, ma gli ingoieranno fino alla cima degli alberi. È ben vero che Cesare fe’ quivi una specie di conquista; ma non potè già dire colla sua iattanza: Venni, vidi, vinsi. Qui all’opposto, conobbe per la prima volta il rossore della vergogna: di qui respinto due volte, si vide due volte disfatto2; e le inesperte sue navi, ludibrio dei nostri terribili

  1. La prima volta che i Romani penetrarono in Inghilterra, credettero di aver scoperto un nuovo mondo: l’arcivescovo di Cantorbery veniva anticamente chiamato Alterius Orbis Papa. (Grey)
  2. Cesare fu battuto due volte da Cassibelano; e volendo navigare a ritroso del Tamigi fino a Trinovantum, ruppe contro i pali piantati sot-