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218 | cimbelino |
Jach. Quello stesso; e ne ringrazio la vostra sposa: essa lo tolse dal suo braccio: parmi di vederla ancora... La grazia che pose nello slacciarlo accrebbe il valore del dono, e me lo rese più caro. Porgendomelo esclamò: Oh quanto un tempo l’ho amato!
Post. Ve lo avrà dato perchè me lo recaste.
Jach. Lo dice forse nella lettera?
Post. Oh, no, no! pur troppo è vero! Prendete, ecco il vostro anello: esso ha pe’ miei occhi il veleno dell’aspide; la sua vista mi cagiona la morte. Oh destino crudele! perchè l’onore non alberga mai colla bellezza, la verità colle sembianze del vero? perchè l’amore, al presentarsi d’un rivale, non si serba intemerato? Oh possano i giuramenti delle donne legarle a coloro che li hanno ricevuti, com’esse s’attengono alla loro virtù, che è tutta menzogna! Femmina ingannatrice oltre ogni umana credenza!
Fil. Calmatevi, signore; e riprendete il vostro diamante, chè non è ancora vinto. Potrebbe essere ch’essa avesse perduta quell’armilla, o che qualcuna delle sue ancelle, corrotta dall’oro, glie ne avesse involata.
Post. Ben detto; e lo spero (a Jachimo): rendetemi il mio anello, o datemi qualche prova più convincente: lo smaniglio le fu rapito.
Jach. Viva il Cielo, ch’io l’ho avuto da lei.
Post. L’udite? egli giura; pel Cielo giura: dunque ciò che dice è vero... Tenetevi l’anello... pur troppo è vero! — Sono certo ch’ella non lo ha perduto; le sue donzelle sono tutte fanciulle d’onore. — Esse averlo involato? e per chi? per uno straniero?.... no!... egli l’ha posseduta... qui sta la prova del suo disonore; e a questo prezzo ella ha acquistato il nome di prostituta!... Prendete, prendete la vostra ricompensa; e tutti i demoni dell’inferno si dividano fra essa e voi!
Fil. Signore, calmatevi: non evvi finora una prova abbastanza forte, per convincere un uomo della...
Post. Non me ne dite di più! ella gli si è prostituita.
Jach. Se di maggiori prove abbisognate, vi dirò che al di sotto del suo seno, che merita, come sapete, ben mille carezze, vi ha un segno che sembra superbo d’occupare quel luogo di tutte delizie. Sulla vita mia, le mie labbra l’hanno baciato; e quantunque sazio di piaceri, ho sentito risorgere il mio ardore. Vi rammentate di quella rosea macchia che ha nel petto?
Post. Sì, adesso in lei ne discopro un’altra più nera degli abissi d’inferno.