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216 | cimbelino |
sorridendo della loro inesperienza, s’accorse che il loro valore meritava maggior rispetto: oggi la disciplina è collegata al coraggio; e quelli che ne vorranno far esperienza s’avvedranno che il Brettone è il popolo che sa, meglio d’ogni altro, correggersi de’ proprii difetti. (entra Jachimo)
Fil. Vedete!... Jachimo...
Post. È forza dire che tutti i venti abbiano gonfiate le vostre vele, e che per terra i cervi abbiano tirato il vostro carro.
Fil. Bene arrivato, signore.
Post. Dalla corta vostra assenza argomento i vostri successi.
Jach. La vostra donna è una delle più belle ch’io abbia veduto.
Post. Aggiungete, una delle più virtuose; senza di che la porrei nel novero di quelle beltà, i cui sguardi non intendono che a suscitare nei fallaci amatori inonesti desiderii, onde poi meglio ingannarli.
Jach. Ecco lettera per voi.
Post. Voglio sperare che il suo contenuto mi sia propizio.
Jach. Potrebbe essere.
Post. Mentre eravate in Brettagna, Lucio vi è forse capitato?
Jach. Vi era atteso; ma la sua venuta non si credeva vicina.
Post. (dopo aver percorsa la lettera) Fin qui tutto va bene... Ditemi: brilla ancora quel diamante nel vostro dito? nol trovate troppo comunale per portarlo nei giorni di festa?
Jach. Se avessi perduto la scommessa, dovrei pagarne il prezzo in tanto oro: ma farei di tutto cuore un altro viaggio, e il doppio lungo di questo, onde passare una notte divina come quella che ho goduto in Brettagna; poichè l’anello è guadagnato.
Post. La gemma ne è troppo dura, perchè siasi liquefatta così prontamente.
Jach. Non tanto dura, avvegnachè la sposa vostra è di tal cortesia...
Post. Non celiate, signore, sulla vostra mala fortuna, e vi sovvenga piuttosto che noi non siamo più amici.
Jach. Lo dobbiamo essere, egregio signore, se tener volete i patti che abbiamo stretto. Se io non vi apportassi veritiere notizie intorno alla vostra sposa, consento che la nostra contesa potrebbe andare più lungi: ma apertamente dichiaro di aver vinto ad un tempo e l’onore di lei e il vostro anello; e ciò senza fare oltraggio nè a lei nè a voi, poichè non ho seguito che la vostra volontà.
Post. Se mi provate d’aver diviso il mio talamo, l’anello è vostro; e ve ne do in pegno la mia mano; se nol potete fare, dopo