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58 | amleto |
ambizione? Può ottenersi perdono rimanendo nel delitto? In questo mondo corrotto, la mano dorata del colpevole può respingere la giustizia, e si vede spesso il suo oro perverso comprar la legge; ma lassù non è così; nè frode alcuna evvi. È là che l’azione si mostra qual è; là che siamo costretti di palesare i nostri falli, e di rappresentarli interi, nudi, e senza viluppi... Che mi rimane dunque?... Facciam prova del pentimento. Che non può egli?... Ma che giova questo ancora per un uomo che non può pentirsi? Oh stato deplorabile! Oh coscienza nera come la morte! Oh anima inceppata dai delitti, che, quanto più si dibatte per isgravarsi dalle catene, tanto più se ne avvince! Angeli, soccorretemi; fate su di me prova della vostra potenza. Piegatevi, ginocchia ribelli; e le tue fibre di ferro, o mio cuore, divengano molli e tenere come i nervi di un lattante. Tutto può condonarsi.
(s’inginocchia; entra Amleto)
Am. Ecco l’ora propizia; ei prega!... L’ucciderò. — Sì, ma in tal guisa se ne va in cielo: ed è ciò vendicarmi?... A questo vuol badarsi. Uno scellerato mi uccide il padre, e per ricompensa, io, suo unico figlio, mando l’omicida in cielo? Una grazia sarebbe, non una vendetta. Il traditore sorprese mio padre mentre esciva dai piaceri del banchetto, pieno di peccati come il maggio lo è di torrenti... E il conto ch’ei doveva rendere... chi lo sa fuor del cielo?... Ma, per quanto le congetture nostre possane estendersi, certo pare che un rigoroso giudizio pesa sulla sua anima. Sarà dunque un risarcire l’offesa l’infligger morte al buon assassino nel momento in cui egli purifica il suo cuore, e si appresta pel passaggio all’altra vita?... Rientra nel fodero, mia spada, e aspetta momento meno pio; aspetta che immerso ei sia nel vino, nel sonno, nella collera, o nei piaceri di un letto incestuoso, commettendo qualche opera nemica di salute; e allora ferisci... perchè reietto dal cielo cada nell’abisso, e la sua anima, condannata, sia turpe come l’inferno in cui debbe dimorare. — Mia madre mi aspetta. — Va, questa tregua che ti accordo, prolunga solo per te giorni infaustissimi. (esce; il re s’alza)
Re. Le mie parole s’innalzano, ma i miei pensieri rimangono in terra, nè mai parole, senza pensieri e cuore, pervennero al cielo. (esce)