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52 | amleto |
una seconda morte al mio sposo già estinto il dì che v’accogliesse nel suo letto un secondo marito.
Com. Re. Credo che ora pensiate quello che dite; ma ciò che promettiamo un giorno lo violiamo spesso nell’altro. I propositi umani son servi della memoria; rigorosi nel nascere, in breve indeboliscono e muoiono. Oggi, s’attengono possentemente all’albero come i frutti verdi; ma dimani, fatti maturi, cadono di per loro. Noi dimentichiamo inevitabilmente di pagare il debito che non abbiam contratto che con noi, e i disegni formati nell’ardor della passione, si sperdono con essa quando la passione finisce. Il dolore, o la gioia troppo violenti struggono con se medesimi la loro propria opera, i loro computamenti e le loro risoluzioni. Nel momento stesso in cui la gioia si abbandona a’ suoi più vivi trasporti, in cui il dolore esala i suoi più profondi gemiti, la gioia piangerà, e il dolore sorriderà al più lieve avvenimento. Il mondo non deve durar sempre; e strano non è che le nostre affezioni mutino colle nostre fortune: imperocchè è pur anche una cosa indecisa se sia l’amore che guida la fortuna, o la fortuna che conduce l’amore. L’uomo potente, una volta abbattuto, rimane abbandonato dall’uomo da lui più diletto; e il povero salendo all’opulenza fa de’ suoi nemici altrettanti amici; ond’è che in ogni caso è l’amore che va dietro alla fortuna. Colui che non ha bisogno di amici non ne avrà mai difetto; e quegli, che nel suo bisogno vuole indagare nel cuor vuoto di un falso amico, subito lo trasforma in nemico. Per conchiudere quindi logicamente su tal subbietto, i nostri desiderii e i nostri destini seguono correnti sì contrarie, che ogni nostro proposito rimane sempre frustrato. I nostri pensieri ci appartengono; ma il loro fine, e il loro compimento non dipendono dall’uomo. Così voi pensate che non isposerete mai un secondo marito; ma tal pensiero morrà, allorchè il vostro primo sposo sarà estinto.
Com. Reg. Oh terra, rifiutami il tuo nutrimento! Cielo, rifiutami la tua luce! Il riposo e il piacere mi sfuggano il dì e la notte; le sventure tutte, che fanno impallidire la fronte della gioia, assalgano ogni mia felicità e l’annientino; un turbine, un eterno caos mi investano qui in terra e mi caccino infine da questo mondo, se, una volta vedovata, ridiverrò mai sposa!
Am. (a Of.) Se potesse violare tal giuramento...
Com. Re. Ecco un giuramento solenne! Mia cara, lasciami qui per qualche istante; gli spiriti miei si assopiscono, e desidererei d’ingannare queste lunghe ore del dì con alcuni momenti di riposo. (si addormenta)