Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/417

30 amleto

de’ piaceri. Prendete tutte le occasioni di scoprire se qualche dolore è che lo consumi, di cui la cagione ci sia ignota, e al quale non possiamo portare alcun rimedio.

Reg. Buoni signori, egli ha parlato molto di voi, e sono convinta che non esistano due uomini in terra a cui egli sia più strettamente avvinto. Degnatevi di restar con noi qualche tempo per avverare la speranza che abbiamo concepita al vostro arrivo; e il guiderdone che ne riceverete risponderà a quello che può dare la riconoscenza d’un re.

Ros. Le Maestà Vostre hanno potenza di comando su di noi: di questa usino anzichè pregarci.

Guil. Obbediremo; e consacrandoci interamente ai vostri servigi, offeriamo qui lo zelo nostro e le nostre persone.

Re. Grazie, Rosencrantz, grazie, gentil Guildensterno.

Reg. Grazie, buoni signori. — Vi scongiuro d’andare in questo istante istesso a veder mio figlio. — Oimè, egli è ben cangiato! — Ite, conducete questi signori dov’è Amleto.     (al seguito)

Guil. Il Cielo gli renda proficua la nostra presenza e i nostri uffici!

Reg. Così sia!     (escono Ros., Guil. e seguito; entra Polonio)

Pol. Gli ambasciatori di Norvegia sono felicemente ritornati, signore.

Re. Voi foste sempre il padre delle liete novelle.

Pol. Non è vero, signore? Ah! posso ben dichiararvi che mio dovere e la mia anima sono consacrati al mio Dio e al mio re. — Credo, se questa testa non ha smarrita la sagacità che soleva avere, credo di avere scoperta la cagione del turbamento d’Amleto.

Re. Oh ditela; ardo dal desiderio di conoscerla.

Pol. Ascoltate prima gli ambasciatori. Quel ch’io vi narrerò poi sarà come la dolce frutta di un buon banchetto.

Re. Fate voi stesso gli onori e introduceteli (Pol. esce). Mia cara regina, ei dice che ha scoperta l’origine del male che travaglia vostro figlio.

Reg. Dubito che questa sia la morte di suo padre, e il nostro maritaggio sollecito.

Re. Fra poco udiremo (rientra Pol. con Voltimando e Cornelio). Salute, degni amici. Dite, Voltimando, che vi disse il nostro fratello di Norvegia?

Vol. Ci affidò di ricambiarvi le vostre felicitazioni e i vostri saluti. Seguìto appena il nostro arrivo colà, ei comandò s’interrompessero le leve di soldati che faceva suo nipote, sotto pretesto