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366 otello

de’ vostri fuochi divoratori!... Oh Desdemona, Desdemona? estinta? estinta? Oh! oh! oh! (entrano Lodovico, Montano, e Cassio sopra una lettiga; alcuni altri Ufficiali, e Jago prigioniero)

Lod. Dov’è quel furioso e troppo infelice mortale?

Ot. Questi è colui che fa Otello: eccomi.

Lod. Dov’è il mostro? fate che s’inoltri lo scellerato.

Ot. (indirizzandosi a Jago) Guardo a’ tuoi piedi...1 ma è una favola. Se tu se’ un demonio, non ti potrò uccidere.

(trafigge Jago)

Lod. Toglietegli quella spada.

Jago. Sono ferito, signore, ma non ucciso.

Ot. Ne vo lieto: desidero che tu viva, perchè sento che è una felicità il morire.

Lod. O tu, Otello, altra volta sì buono, caduto nei lacci di tanto scellerato, parla, che potrà dirsi a te?

Ot. Ogni... ogni cosa: chiamatemi carnefice, se volete; ma per onore, chè l’onore, non l’odio, ebbi solo a guida.

Lod. Questo miserabile ha confessato in parte il suo delitto. Vi accordaste voi seco per la morte di Cassio?

Ot. Sì.

Cass. Caro Generale, io non ve ne ho mai dato cagione.

Ot. Lo so; e ve ne chieggo scusa. Volete, ve ne prego, dimandare a questo mostro, perchè mi allacciasse così anima e corpo?

Jago. Non mi chiedete nulla: quel che sapete, basta: da questo stante non parlerò più.

Lod. Come? nemmeno per pregare il Cielo?

Graz. La tortura ti farà aprire le labbra.

Ot. Sì, sì, la tortura.

Lod. Credo, signore, che ignoriate quello che sto per dirvi. Qui è una lettera trovata all’ucciso Rodrigo, e qui ne è un’altra; l’una di esse accenna alla morte di Cassio, commessa a Rodrigo.

Ot. Oh scellerato!

Cass. Barbara trama! opera inumana!

Lod. La seconda è una lettera di rimprovero, che sembra fosse addirizzata da Rodrigo a questo mostro, s’egli forse intanto non riusciva a calmarlo.

Ot. Anima d’inferno!... Cassio, come otteneste il fazzoletto che era di mia moglie?

  1. È volgare opinione che il demonio abbia i piedi forcuti.