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308 | otello |
prego, va al porto; e fa condurre a terra il mio bagaglio; adduci quindi teco alla fortezza il piloto, esperto marinaio, che ha diritto ai nostri ringraziamenti. — Vieni, Desdemona: benedizioni su di te per averti qui trovata.
(escono Otello, Desdemona, e seguito; si presenta Rodrigo)
Jago. Vieni tu ora a trovarmi sulla baia, vien là; e se sei valente, come dicono che anche i vili lo siano allorchè gl’infiamma l’amore, ascoltami. Il luogotenente stanotte veglierà al corpo di guardia... ma prima di tutto debbo ammonirti che Desdemona è innamorata di lui.
Rodr. Di lui? è impossibile.
Jago. (mettendosi un dito in croce sulla bocca) Poni il tuo dito così, e lascia che la tua anima s’instruisca. Osservasti con quale violenza dapprima ella amò il Moro, solo per le sue ciancie, e per le menzogne che le disse facendole i suoi racconti? Or l’amerà ella sempre per tale istorie? Guardati dal crederlo. A’ suoi occhi è necessario un alimento che nutra il suo amore: e qual diletto potrebb’ella trovare nel guardare il diavolo? Quando le effusioni sono logore coi godimenti, occorrono, per rianimarle e suscitar nuovi desiderî, vezzi della persona, grazie, simpatie, conformità di gusti, di età, di lineamenti; cose tutte che mancano al suo Moro. La mancanza di queste doti necessarie opererà il disinganno nel cuore di lei; e in breve verrà la ripugnanza; e da questa l’odio per lo sposo, e il bisogno di sostituirvene un migliore. Ora, Rodrigo, secondo premesse sì semplici e parventi, qual uomo è meglio collocato di Cassio per goder di sì bella fortuna? Astuto come il serpe, la coscienza non gli darà altro impaccio che quello di assumere un velo di modestia e di bontà, per soddisfar più sicuramente i suoi vizii nascosti e le sue lascive tendenze. Destro e sciolto ei saprà prendere l’occasione abilmente; ed è fornito d’occhi che ben possono fingere tutte le lusinghiere sembianze, senza che mai il vero le segua. Scaltrito insigne è colui, ed è fatto al pennello; pieno di giovinezza, e ricco di tutte quelle doti esteriori, più della peste fatali, che valgono a corrompere la folle giovinezza. Un astuto perfetto è, che già seppe apprezzare al suo giusto valore lo spirito femminile.
Rodr. Non posso credere quello che dite: ella è piena di virtù.
Jago. Virtù forzata! Il vino ch’essa beve è spremuto dai grappoli. Se casta veramente e virtuosa fosse, non si sarebbe mai invaghita del Moro. Virtù forzata! Non vedeste come la sua mano carezzava quella di Cassio? nol vedeste forse?
Rodr. Sì; ma non era che una dimostrazione di cortesia comunale.