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114 | giulio cesare |
poco in qua è fatto sì superstizioso, che crede a’ pronostici, ai sagrificii, a’ sogni. Bene quindi potrebb’essere che i terrori di questa strana notte, che le inspirazioni de’ suoi auguri, e tanti altri prodigii, lo stogliessero dall’andare in questo dì al Campidoglio.
Dec. Di ciò non temiate. Se tale è il suo intendimento, fia mia la cura di vincerlo, e di condurlo colà.
Cass. Andrem tutti da lui.
Br. Alle otto, se l’approvate.
Cin. Alle otto; e niuno mancherà.
Met. Caio Ligario è sdegnato con Cesare, che il bistrattò per aver parlato favorevolmente di Pompeo. Mi meraviglio che alcuno di voi non abbia pensato a lui.
Br. Vanne dunque a ritrovarlo, valente Metello, e invialo a me, ch’io lo disporrò a seguitarci.
Cass. Il giorno spunta... l’ultimo giorno di Cesare! Addio, Bruto... dividiamoci, amici, e mostriamoci tutti in questo gran giorno degni figli di Roma.
Br. Valorosi giovani, assumete tutti in questo dì sembianze placide e serene, quali si addicono a chi intende ad esser libero, o morire. Ecco già l’aurora, che dal primo oriente ne piove la sua benedizione... Amici, addio... e felice sia per noi tutti questo gran giorno (tutti escono, tranne Bruto). Famiglio! Lucio! olà...! In pace ei dorme. Ebbene, dormi dormi, fanciullo felice, e gusta il soave sonno, che tanta calma trasfonde nell’addolorato cuore; la tua mente non è sturbata da quelle larve, da quei fantasmi, di cui triste cure popolano le notti dell’uomo adulto, e gli fanno disperare d’ottener mai pace. (entra Porzia)
Porz. Bruto! signore!
Br. A che vieni, Porzia? Perchè t’alzasti sì mattutina? Mal si addice alla tua gracile tempra l’aria umida dell’aurora.
Porz. Nè meglio ciò a te sta. Tu ti togliesti dal mio fianco, Bruto, senza pur guardarmi; e ieri t’alzasti dal desco all’improvviso, e camminasti lunga pezza pensoso, sospirando, affissandomi torvamente ogniqualvolta ti richiedeva del tuo dolore. Bruto, io allora ti lasciai, per tema del tuo sdegno; ma se questa cura, che ti vieta di cibarti, di dormire, di parlare, alterasse tanto i tuoi lineamenti, come ha alterato il tuo carattere, più non ti riconoscerei. Bruto, mio amato signore, fammi istrutta della causa che sì forte ti addolora.
Br. Sono infermo, e null’altro.
Porz. Bruto è saggio; e se fosse infermo, cercherebbe rimedi a ricuperar la salute.