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di fermentazione, in cui ciascuno occupasi del suò posto e non del pericolo. Soprav= venga in quel tempo di crisi una guerra, una carestia, una sedizione, e lo stato sarà inevitabilmente rovesciato.

Non è già che durante quei tempi di burrasca non siansi stabiliti molti governi, ma allora i distruttori dello stato sono quei governi stessi. Gli usurpatori fanno sempre nascere o scelgono quei tempi di turbolenza per far passare, mercè il pubblico spavento, leggi distruttive che il popolo non mai adotterebbe in tempo di calma. La scelta del momento dell’istituzione è uno dei caratteri i più sicuri, per cui si può distinguere l’opera del legislatore da quella del tiranno.

Qual popolo è dunque fatto per la legislazione? Quello, che trovandosi già legato da qualche unione d’origine, d’interesse o di convenzione, non ha ancora portato il vero giogo delle leggi; quello che non ha nè costumi nè superstizioni ben radicati; quello che non teme d’essere oppresso da una improvvisa invasione, e senza immischiarsi nelle quistioni de’ suoi vicini, può resistere solo a