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dal numero del popolo; tra l’una e l’altra di queste misure evvi un rapporto convenevole per dare allo stato la sua vera grandezza. Gli uomini formano lo stato, e il terreno nudrisce gli uomini: quel rapporto sta adunque in questo, che la terra basti al mantenimento de’ suoi abitanti, e che vi siano tanti abitanti quanti può nudrirne la terra. In questa proporzione trovasi il maximum di forza di un dato numero di popolo: imperciocchè se evvi soverchio terreno, onerosa ne diviene la custodia, insufficiente la coltura, superfluo il prodotto, ed è la causa prossima delle guerre difensive; se non ve n’è abbastanza, lo stato per supplirvi trovasi abbandonato all’arbitrio de’ suoi vicini, e ciò diviene la causa prossima delle guerre offensive. Ogni popolo che per la sua posizione sta nell’alternativa tra il commercio o la guerra, è debole in se stesso, poichè dipende da’ suoi vicini, dipende dagli avvenimenti, ed ha sempre una esistenza incerta e breve. O egli soggioga e cambia di posizione; o è soggiogato e non è più niente. Ei non può serbarsi libero se non ben piccolo o ben grande.