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cedano talvolta nella durata degli stati epoche violente, in cui le rivoluzioni fanno sui popoli ciò che certe crisi fanno su gli individui, in cui l’orrore del passato tien luogo d’obblìo, e in cui lo stato posto sossopra dalle guerre civili, risorge per così dire dalle sue ceneri, e ripiglia il vigore della giovinezza uscendo dal seno della morte. Tale fu Sparta ai tempi di Licurgo, tale fu Roma dopo i Tarquinii, e tali furono tra noi l’Olanda e la Svizzera dopo la cacciata dei tiranni.

Ma questi eventi sono rari, e sono eccezioni, la cui ragione trovasi sempre nella particolare costituzione dello stato eccettuato. Tali eccezioni non accadrebbero nemmeno due volte ad un medesimo popolo, perchè ei può rendersi libero fintantochè è solamente barbaro, ma nol può quando la molla civile è guasta. Allora le sedizioni possono distruggerlo senza che le rivoluzioni possano restaurarlo, e non appena i suoi ferri sono franti che cade smembrato e non esiste più: gli vuole piuttosto un padrone che non un liberatore. Popoli liberi, rammentatevi di