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ramente le leggi, la giustizia, e d’immolare
all’uopo la propria vita al dovere. Che se
qualcuno, dopo avere pubblicamente riconosciuto
quei medesimi dogmi, si conducesse
in modo come se non li credesse, sia punito
di morte, poichè avrebbe commesso il
massimo dei delitti, avrebbe mentito davanti
le leggi.
I dogmi della religione civile debbono essere semplici, in piccol numero, enunciati con precisione, senza spiegazioni e senza comenti. L’esistenza della divinità potente, intelligente, benefica, antiveggente e provida, la vita futura, la sorte dei giusti, il castigo dei malvagi, la santità del contratto sociale e delle leggi, debbono essere i soli dogmi positivi. Riguardo ai dogmi negativi, io li ristringo ad un solo, che è l’intolleranza: essa rientra nei culti che abbiamo esclusi.
Quegli che distinguono l’intolleranza civile e l’intolleranza teologica, a mio avviso si ingannano. Quelle due intolleranze sono indivisibili. È impossibile vivere in pace con gente che si creda dannata; amandoli sarebbe un odiare Iddio che li punisce: biso-