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sempre ciò che è bello, o ciò che tale si crede; ma intorno a questo giudizio si cade in inganno: si tratta dunque di dare una norma a quel giudizio. Chi giudica dei costumi, giudica dell’onore, e chi giudica dell’onore piglia le sue norme dall’opinione.

Le opinioni di un popolo nascono dalla sua costituzione. Quantunque la legge non regoli i costumi, la legislazione li fa nascere: quando la legislazione si indebolisce, i costumi degenerano: ma allora il giudizio dei censori non farà quello, che non ottenne la forza delle leggi.

Quindi ne viene, che la censura può esser utile per conservare i costumi, non mai per rassettarli. Stabilite dei censori durante il vigore delle leggi: non appena lo avranno perduto, tutto è disperato, niuna cosa legittima non avrà più forza, quando non valgono più le leggi.

La censura mantiene i costumi coll’impedire che le opinioni non si corrompano, serbandone la giustezza per mezzo di savie applicazioni, e talvolta pur rassodandole quando sono ancora incerte. L’usanza dei