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l’onestà, e ognuno vergognavasi di dare pubblicamente il suo suffragio ad un avviso ingiusto o ad un suddito indegno; ma quando il popolo si corruppe, e si comprarono i voti, convenne darli in segreto onde frenare i compratori per mezzo della diffidenza, e fornire ai bricconi il modo di non diventar traditori.

To so che Cicerone biasima un tale cambiamento, e gli attribuisce in parte la ruina della repubblica. Ma per quanto grave sia in questa cosa l’autorità di Cicerone, io non partecipo del suo avviso; penso invece, che si avacciò la perdita dello stato per non aver fatto abbastanza di simili cambiamenti. Siccome il regime delle persone sane non si addice agli infermi, così non bisogna voler governare un popolo corrotto colle medesime leggi, che convengono al un popolo buono. Non evvi niente, che provi meglio una tal massima, quanto la durata della repubblica di Venezia della quale esiste ancora il simulacro, unicamente perchè le sue leggi non convengono se non ad uomini cattivi.

Si distribuirono adunque ai cittadini delle