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di tutto il popolo romano, la prima classe contenendone novantotto, e le voci non contandosi sè non per centuria, quella sola prima classe in numero di voci superava tutte le altre. Quando tutte quelle centurie andavano d’accordo, non si continnava nemmeno a raccogliere i suffragi; ciò che aveva deciso il più piccolo numero passava per una decisione della moltitudine; e si può dire, che nei comizi per centurie, gli affari si regolavano alla pluralità degli scudi assai più che a quella delle voci.

Ma quella estrema autorità in due modi temperavasi: primieramente, trovandosi per l’ordinario nella classe dei ricchi i tribuni, e sempre un gran numero di plebei, faceano contrappeso al credito dei patrizi in quella prima classe.

Secondariamente, invece di far subito votare le centurie secondo il loro ordine, per cui si sarebbe sempre incominciato dalla prima, se ne traeva una a sorte, e questa1 procedeva sola all’elezione; dopo ciò,

  1. Quella centuria tratta a sorte chiamavasi prerogativa, a motivo che era la prima, cui si doman-