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usurpato i più importanti uffizi del governo, si può dire che le sorti dell’Europa si regolavano in quelle assemblee. Una tale varietà d’oggetti dava luogo alle diverse forme, che assumevano quelle assemblee, secondo le materie intorno alle quali ei dovea pronunciare.

Per giudicare di quelle diverse forme, basta farne il parallelo. Romolo instituiva le curie coll’intenzione di contenere il senato per mezzo del popolo ed il popolo per mezzo del senato, dominando ugualmente su tutti. Per mezzo di questa forma ei diede adunque al popolo tutta l’autorità del numero per bilanciare quella del potere e delle ricchezze lasciata ai patrizi. Ma, secondo lo spirito della monarchia, lasciò tuttavia maggior vantaggio ai patrizi per via dell’influenza dei loro clienti sulla pluralità dei suffragi. Quella mirabile instituzione dei patroni e dei clienti fu un capo-lavoro di politica e di umanità, senza cui il patriziato, così contrario allo spirito della repubblica, non avrebbe potuto sussistere. Roma soltanto ebbe l’onore di dare al mondo quel bello