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pure che lo puniscono ov’egli osi violarne qualcuna. La costante volontà di tutti i membri dello stato è la volontà generale: per essa sono cittadini e liberi1. Quando si propone una legge nella assemblea del popolo, precisamente non si chiede loro se approvino la proposizione o se la rigettino, ma se sia conforme o non alla volontà generale, che è la loro: ciascuno dando il suo suffragio, dice il suo avviso intorno a ciò, e dal calcolo delle voci si desume la dichiarazione della volontà generale. Quando adunque la vince l’avviso contrario al mio, ciò non prova altro se non che io mi era ingannato, e che ciò che io opinava essere la volontà generale, non era tale. Se l’avesse vinta il mio particolare avviso, io avrei fatto diversamente da quello che aveva voluto, ed allora non sarei stato libero.

  1. A Genova si legge sulle prigionì e sulle catene dei galeotti la parola libertas, Una tale applicazione della divisa è bella e giusta. Infatti non vi ha altri che i malfattori di tutti gli stati che impediscono il cittadino dall’esser libero. In un paese, in cui tutta quella sorta di gente fosse in galera, si godrebbe della più perfetta libertà.