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regno secondo la capaci del principe; in vece che la sapienza d’un senato avendo una più fissa misura, lo stato può avere dei limiti costanti, e l’amministrazione non ire men bene.

Il più sensibile inconveniente del governo di un solo è la mancanza di quella successione continua, che forma negli altri due una non interrotta concatenazione. Morto un re, ce ne vuole un altro: le elezioni lasciano degli intervalli pericolosi, e sono tempestose: e tranne che i cittadini siano disinteressati ed integri assai, il che non accade in un governo, monarchico, altrimenti la briga e la corruzione se ne immischiano. È difficile, che colui al quale si è venduto lo stato, non lo venda a sua volta, e non si risarcisca sui deboli dell’oro che i potenti gli strapparono. Tosto o tardi tutto si fa venale sotto una tale amministrazione, e la pace che si gode allora sotto i re è peggiore del disordine degli interregni.

Per prevenire simili mali che si è fatto? si resero le corone ereditarie in certe famiglie, e si stabilì un ordine di successione,