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non bisogna far altro, secondo me, che estrarne la radice quadrata del numero del popolo, io risponderei che qui prendo quel numero solo per un esempio; che i rapporti di cui parlo non si misurano solamente dal numero degli uomini, ma in generale dalla quantità d’azione, che si combina per via di una infinità di cause; che del resto se, per esprimermi più breve, adopero per poco alcuni termini di geometria, io non ignoro tuttavia non potersi ottenere la precisione geometrica nelle quantità morali.

Il governo è in piccolo ciò che è in grande il corpo politico che lo contiene. È una persona morale dotata di certe facoltà, attiva come il sovrano, passiva come lo stato, la quale può scomporsi in altri simili rapporti; dal che nasce per conseguenza una nuova proporzione, un’altra ancora in questa secondo l’ordine dei tribunali, fintantochè si giugne ad un mezzo termine indivisibile, cioè ad un solo capo 0 magistrato supremo, che può rappresentarsi in mezzo a quella progressione come l’unità fra la serie delle frazioni e quella dei numeri.