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24 DELLE VIE DEGLI ANTICHI

e come si rileva dal passo citato di Siculo Flacco1. Nam sunt viæ publicæ regalesque, quæ PUBLICE MUNIUNTUR etc.

Ma in tempo della Republica stessa non mancarono privati, che per accattivarsi l’amore, e la stima della moltitudine spesero molto del loro proprio danaro per le vie. Così Cesare al dire di Plutarco2 nel passo riferito di sopra, molto spese pel ristauro della via Appia, allorché n’era Curatore. Ἐπεὶ δὲ τοῦτο μέν, Ὁδοῦ τῆς Ἀππίας ἀποδειχθεὶς ἐπιμελητὴς πάμπολλα χρήματα προσανάλωσε τῶν ἑαυτοῦ. Tanto perchè essendo stato eletto Curatore della via Appia molto vi spese de’ proprj danari. Cosi sì è veduto di sopra che Agrippa ristaurò tutte le vie a spese proprie3; e da una iscrizione riportata dal Panvinio4 sappiamo, che un L. Apulejo Curatore delle vie a sue spese lastricò un tratto di dieci mila piedi.

L. APPVLEIVS
C. F. ANI. NIGER
II. VIR
CVRATOR. VIARVM
STERNENDARVM
PEDVM DECEM
MILLIA VIAM
SVA PECVNIA
FECIT


Questa libertà de’ particolari si osserva anche sotto gl’Imperadori, quando delle Città e de’ privati eressero ponti e costruirono vie in loro onore; come fecero i Maestri Augustali ad onore di Augusto, i quali costruirono la via Augusta ne’ Falisci, che partendo dall’Annia andava sino al tempio di Cerere, siccome rilevasi da una iscrizione già esistente in Civita Castellana5: lo stesso ricavasi dalla iscrizione posta sul celebre ponte di Alcantara in Ispagna, dalla quale apprendiamo, che un C. Giulio Lacero costrusse a proprie


  1. De Cond. Arror. p. g.
  2. In Caesare c. V.
  3. Dio lib. 49. p. 476.
  4. Urbs Roma p. 68.
  5. Panvinius Urbs Roma.