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290 ettore gabrici

doveva appianare i difetti e le sproporzioni naturali del volto del tiranno. Questo tipo lo chiameremo col Kenner tipo della Riforma, perchè si rannoda ad una serie di modificazioni intese ad un riordinamento generale della monetazione imperiale. È l’unico che troviamo nei sesterzii e dupondii con gli anni della tribunicia potestas e perciò non può dubitarsi che sia l’ultimo apparso. Soltanto sugli esemplari ultimi l’egida è quasi sempre scomparsa, il collo è assai largo, lo sguardo truce è caratteristico (tav. II n. 18 e tav. III n. 1-8).

Il famoso sesterzio che ha la XII trib. pot. di Nerone e il busto col paludamento, se ha la stessa fattura dei sopradescritti esemplari, ha però le fattezze del volto di gran lunga più giovanili che non appaiano sugli altri contemporanei (tav. II n. 17). Questo tipo è singolare per molte ragioni; prima perchè è l’unico, in tutta la serie, che abbia il busto così riccamente ornato, poi perchè non è un ritratto di Nerone rispondente a quelli delle altre monete contemporanee. Noi sospettiamo che l’artista abbia voluto riprodurre qualche statua di Nerone assai nota in Roma per la sua bellezza artistica.

Per grande che sia stato lo sviluppo e l’influenza di questo nuovo tipo della moneta neroniana, è certo però che esso non fu il solo ad essere continuato.

Il tipo primitivo dai capelli cadenti sulla fronte, sempre rivolto a sinistra, che abbiamo visto nella serie col globetto, lo troviamo durante il periodo della riforma. Esso è rappresentato dalla testa del sesterzio n. 8 tav. I.

Conserva molto della fattura dei primi aurei: la guancia è tonda, gli occhi non incavati e senz’alcun aspetto truce, i capelli con riccioli cadenti sulla fronte ed artisticamente disposti sulla nuca, sotto il nodo del lemnisco, spiegati a guisa di ventaglio. Di questa