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pesi proporzionali desunti dai documenti, ecc. 95

libra, elevandola al peso di grammi 408, divise per la prima volta questa libra in 20 soldi, ossia 210 denari, ciascuno dei quali denari aveva il peso di grani 32, ossia di grammo 1,700.

La teoria del de Barthélemy differisce da quella del Guérard in un punto essenziale, cioè, che all’anno 779, in luogo della nuova libra carolina di grammi 408, prodotta dal Guérard, seguirebbe invece una terza e nuova divisione della primitiva libra di grammi 326,30, quella in 20 soldi con 240 denari: questa divisione porterebbe un nuovo denaro, più forte dei due precedenti, del peso di grani 25 ossia di grammo 1,36.

Il de Barthélemy ritiene però che dall’anno 774 al 814 il peso probabile dei denari di Carlo Magno sia di grani 32, anticipando così di cinque anni la riforma di Carlo Magno dall’epoca stabilita dal Guérard1.

Dai calcoli del Guérard e del de Barthélemy risulta però un fatto concorde, quello cioè, che la libra carolina dovette essere di un quarto più pesante della libra romana

  1. Incoerenza di data esiste nella teoria del de Barthélemy, ed è: se dall’anno 774 al 814 furono in uso i denari di grani 32 (grammo l,700) i quali costituiscono la serie dei denari della nuova libra di Carlo Magno di grammi 408; come accadeva poi che nel 779 i denari pesassero grani 25 6|10, e la libra fosse quella stessa (di grammi 326,30) che Pipino nel 755 divise in 22 soldi? Abbenchè la data 771 sia stata così riportata ancora dal Gariel, (nell’introduzione della sua opera Les monnaies royales de France sous la race carolingenne, première partie, p. 10) pur nondimeno riteniamo esservi errore tipografico e doversi probabilmente intendere 781. Il testo del de Barthélemy è il seguente. «En 779, d’un texte connu par les actes du concile d’Herstal, il resulte que la libre d’argent était de 20 sous; que in denier pesait alors 25 grains 6|10, que le sou se composait de 12 deniers. N’oublions pas que, sous Pepin, la livre était de 22 sous.
    Il est permis de croire que, jusqu’en 774, Charlemagne continua le système monétaire de son père, peut-être en modifiant quelque peu les types; les deniers de ce roi, de 768 à 774, doivent donc former une sèrie pesant 27 (sic) grains 27|100 (leggasi 23 grains 27/100); de 774 jusqu’en 811 le poids probable est de 32 grains (l g.r 707 (sic) leggasi 1 g.r 700).» Vedi Charlemagne par Vetault, p. 488, 490 e 491.