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pesi proporzionali desunti dai documenti, ecc. 87


Il soldo d’oro mancuso ebbe grandissimo credito in Italia prima dell’800, seguitandovi a correre di poi, fintantochè, cessatane definitivamente la battitura e scom-

    differente e dai soldi d’oro propriamente detti, e da quelli lucani che avevano corso contemporaneamente.
    Tutte le denominazioni date in quell’epoca e posteriormente ai soldi d’oro hanno avuto derivazione o dal nome della zecca, o da contrassegni particolari che li distinguevano, ovvero dai nomi dei Principi che li coniarono.
    Nella voce Mancosus o Mancusus non possiamo ritrovarvi, nè il nome di una zecca o città, nè il nome di un Principe, ma solamente riconoscervi quello di un contrassegno o rappresentanza speciale che lo fece distinguere dagli altri soldi d’oro, non potendosi supporre che questi soldi formassero un’eccezione dall’uso che n’era prevalso.
    Mancoso o Mancuso è voce dell’Italia meridionale, ed oggidì ancora vi sono comunissimi i cognomi. Nel napolitano Mancose sono le mani (D’Ambra, Vocab. Napolitano-Toscano; in Sicilia Mancusu è colui che adopra la mano sinistra (Mortillaro, Nuovo Diz. Siciliano-Italiano), e Mancosu in Sardegna ha eguale significato (Spano, Vocab. Sardo-Italiano). Fu precisamente dal contrassegno di una mano che ebbe origine la denominazione Mancusus, cioè solidus cum signo manus cusus.
    Il segno della mano appare di fatto per la prima volta sopra i soldi o tremissi d’oro di Costantino V Copronimo e Leone IV, 751-775, coniati nella zecca di Roma (Sabatier, Description Générales des Monnaies Byzantines. T. II, p. 64 et Pl. XL. n. 22 et 23 — Saulcy, Essai de classification des Monnaies Byzantines. Atlas, T. XIV, n. 2, ove, fra i busti dei due Augusti, in alto, vedesi una mano rovesciata ed aperta, che ivi rappresenta la mano dell’Onnipotente. Nostra Tavola, n. 2 e 3). La denominazione Mancusus ed il relativo segno dovettero passare contemporaneamente alla zecca di Benevento, come ne fanno fede i Soldi e Tremissi d’oro di Liutprando Duca ivi battuti, su’ quali, nel rovescio a lato della croce, vedesi una mano aperta volta in alto, che quivi però è contrassegno. Nello stesso modo che allora furono detti stellati, quei soldi lucani d’oro che portarono una stella per segno, vennero denominati soldi mancusi, quei di Benevento che ebbero il contrassegno della mano. La voce Mancusus dovè generalizzarsi ancora fuori d’Italia, per indicare, sembra certo, i soldi d’oro italiani o quei coniati a somiglianza di quelli, ed abbenchè il segno della mano non si trovi più neanche sopra gli altri che seguitarono a coniarsi in Benevento, purnondimeno furono egualmente detti Mancusi, essendo del medesimo tipo, titolo e peso dei primitivi. Tralasciatasi verso l’anno 850 la coniazione dei soldi d’oro ancora nella zecca di Benevento, il soldo mancuso fu convertito in valuta di conto ed equivalente a 30 denari, e perciò fu