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pesi proporzionali desunti dai documenti, ecc. 107

il peso di grammo 1,33849: quello di Carlo Magno dopo l’anno 794 di 428,317, peserebbe infine gram. 1,78465.

Il Fossati, confutando la teoria del Guérard, ritrovò che il peso di grammo 1,700, assegnato da questo scrittore, al denaro carolino, e perciò di grammi 408, alla libra di Carlo Magno, erano deboli. Il Fossati, osservando più attentamente il peso dei denari carolini, ritrovò che alcuni di questi giungevano fino a grani 35, ossia a grammi 1,8590: egli perciò ne deduceva che il vero peso del denaro carolino dovrebbe essere di grani 34, ossia di gr.mi 1,80588: del soldo, di grani 408, ossia gr.mi 21,67046: della libra infine, di grani 8160, ossia di grammi 433,41636.

Noi, a quanto disse il Fossati, aggiungeremo inoltre che il peso dei denari di Ludovico il Pio, escluso dal Guérard pei suoi calcoli, debba essere invece quello da cui si possa con più precisione determinare il vero peso della libra carolina, perchè la coniazione della moneta d’argento, sotto questo Imperatore divenuta più abbondante, fu regolata inoltre da severe disposizioni, già principiate ad emanarsi da Carlo Magno, che ci fanno giustamente supporre errori e frodi dei precedenti monetieri, e giustificare così il più vantaggioso peso che in generale danno i denari di Ludovico il Pio in confronto di quei di Carlo Magno.

I pesi che il Gariel ci ha dato dei ricchi ripostigli di denari di Ludovico il Pio, discoperti nel nostro secolo, ci confermano validamente in quanto noi proponemmo nel quesito sul peso intrinseco della libra di Carlo Magno: e sul peso di questi, il Gariel ci fa osservare, che «les monnaies à fleur de coin, elles-mêmes, ont perdu une partie de leur poids primitif1».


  1. E. Gariel, Les monnaies royales de France sous la race carolingienne. Première partie, p. 4.