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476 | arturo g. sambon |
verissime disposizioni perchè la lega ed il peso di questa nuova moneta fossero mantenuti scrupolosamente esatti, ordinando eziandio che nella zecca di Napoli soltanto si dovesse coniare moneta1. Trascrivo qui dai Registri della Curia Aragonese il Bando fatto emanare da Ferdinando in tale occasione:
“Bando et comandamento da parte de la Maestà del Ser.mo S. Re Don Ferrando per la divina gratia Re de Sicilia hierasalem etc.
Perchè lo studio de la prefata Maestà e sempre in lo augmento del bono pubblico del suo regno et ad conservare lo bono et la utilità de quello per questo la prefata Maestà havendo notitia che per le tribulationi de la guerra quali in questo regno diversamente sonno successe la moneta in diversi modi e stata alterata, tagliata et adulterata per modo et forma che ne segue grandissimo danno in tucta la republica del regno et ad li comertii de quello, pertanto per lo presente banno la prefata maestà ordina et comanda che da questa hora avante la moneta de argento de cugno de sua Maestà sia de piso de quattro tarpisi per vinti tornisi lo coronato de piso quattro tarpisi et mezzo per xxij tornisi et lo coronalo
- ↑ Questo ordine fa poi revocato. Trovo nei registri della Camera della Sommaria (Caria 28 bis, fol. 95) la supplica della città dell’Aquila perchè non le sia tolto il privilegio di coniar moneta d’argento.
«Instructioni a Messer Francesco Gadicchio di quanto deve chiedere alla Mta del Nrto Re et al Nrto Ill.mo S. Duca per nostra parte.
Item perchè Sua Maestà per la nuova ordinatione delle monete fa prohibitione del bacter deli argenti in la nostra zecca et cosi fo obedita che da questa parte in qua non ce e stato baptuto argento : li supplicarete che horamai se digne lassarelo bactere et reponerene circa questo in la gratia che la nostra corte bave de dicta zecca : attento che li argenti che fino al presente se sonno battuti son battuti con integrità et honore de dieta Maestà et quanto ad liga et quanto ad la forma et cogno.»