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90 luigi a. milani

triscele, secondo tipo di quest’asse, dipende, io credo, dalla crosta del tartaro che ne oscura ed ottunde la forma. La detta triscele, arma parlante della Sicilia da Agatocle in poi (v. Head, H. N., p. 101), la quale ritorna nel triente, forse della medesima serie, Garrucci, tav. XLV, 4 (R/ ranocchio), allude, secondo me, non ad Ancona, come opinò Garrucci, p. 29, bensì alla Sicilia ed al tempo in cui i Romani, dopo unificata e pacificata l’Italia, rivolsero, invitati dai Mamertini, gli occhi e le armi sulla Trinacria (264 a. C.).

Dopo i tipi essenzialmente religiosi, militari e politici dei quadrilateri antecedenti, vengono i tipi paciferi:

A) — il pio bove gradiente, anzi, come io lo chiamai più esattamente il toro soffermo, respiciente, simbolo di Giove Genitivo (cfr. i miti di Pasifae, Proserpina ed Europa e gli epiteti Sponsor saeculi, Opitulus, Opulentus), il quale, dando indizio della quiete dei connubi e de’ campi, invita al lavoro ed all’agricoltura;
B) — il caduceo, emblema parlante della pace interna (Pax),1 e del commercio avviato e da avviarsi (Mercurius)2.

Il nostro quadrilatero col toro n. 6, tav. VIII-IX, che, come dicemmo, è il più perfetto e splendido esemplare che si conosca, pesa soli gr. 1347,8; quello di Parigi (Garr. tav. XX; Babelon, I, p. 2-3), gr. 1385,90.

Considerando il tartaro che copre il nostro esemplare col toro (vedi descrizione), e probabilmente anche quello di Parigi, pure assai bene conservato,

  1. V. il mio scritto Dionysos Eirene e Pluto nel Bull dell’Ist., 1890, p. 94 e segg.
  2. Vedi la recentissima monografia di Hoffmann, Hermes und Kerykeion – Studie zur Urbedeutung des Hermes, Marburg 1890.