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le monete del ducato napoletano 451

migliore quasi di quelle battute a Costantinopoli. Una consimile disfigurazione della leggenda imperiale, si riscontra anche nelle prime monete dei Principi Beneventani, i quali imitando e contraffacendo il soldo bizantino con successive e graduate alterazioni, s’arrogarono il dritto di zecca, sottraendosi, con quelle mendaci apparenze alle rappresaglie che una più manifesta usurpazione avrebbe potuto provocare.

Come segno quindi dell’ambita indipendenza, essi guastavano e confondevano le lettere del nome imperiale, affinchè al confronto meglio apparissero le iniziali del nome loro; e non è improbabile che lo stesso sia avvenuto a Napoli, non potendo altrimenti spiegarsi questa anomalia che fa contrasto alla serie numerosa delle monete prodotta dalle zecche di Roma e di Ravenna, sulle quali, ancorché a volta ne sia barbaro e sconvolto il tipo, si legge sempre chiaramente il nome dell’imperatore1. Solamente, attraverso le fitte tenebre che oscurano la storia dei quindici Duchi che si successero a Napoli, non è possibile indagare quali tra essi, sforzandosi a rendere meno visibili i segni di dipendenza verso la corte Bizantina, diedero ardire agli altri di procedere a più audaci tentativi, e di apporre il loro nome sulle monete.


II.


La seconda serie della monetazione napoletana ha il carattere d’assoluta autonomia, e s’inizia con un singolare mutamento, perchè all’immagine imperiale, vien sostituita quella di s. Gennaro.

Io so bene, che queste monete, anche perchè coniate a sbalzi di tempo, al giudizio di alcuni, parvero piuttosto

  1. Di Roma si conosce solamente una monetina quadrata anepigrafe, sulla quale manca il nome imperiale, ma lo stile n’è così rozzo, che non può darsi alcun valore a quella omissione.