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tremisse inedito al nome di desiderio, ecc. | 291 |
logo esempio ci vien fatto di leggere Trasimenus — Trasymenus, e Trasumenus ed anche Tharsomenus pur variato con particolare ortografia a norma dell’uso e dei tempi. Ciò io credo appunto avvenisse per l’uso della Y che sostituita alla V (U), ed avendo suono analogo alla lettera I conduceva poi ad un notevole mutamento di ortografia e di pronuncia, quale appunto occorre per noi in quel Sidrio invece del Sudrio, dove forse lo zecchiere, ch’avea a scolpire al seguito del FLAVIA e dopo la S una V alla quale riesciva scarso materialmente lo spazio, come pur lo era per una Y, si attenne al comodo lavoro di una I, che nella fuliggine del tempo, e nelle ristrette sue cognizioni compiva, convenientemente il senso e la parola.
Credo dopo le cose fin qui dedotte, mancando assolutamente gli elementi di una diversa conclusione, che per sa, ed anche fatta astrazione da ogni argomento, che d’altronde potesse concorrere a tale affermazione, in quel SIDRIO abbastanza nettamente scolpito nel nostro tremisse coll’onorevole titolo di FLAVIA, applicato per le più cospicue città dei re longobardi, che per le loro persone avevano adottato quello stesso titolo abbia a ravvisarsi senz’altro indicata la città di Sutri.
Non potevo però ignorare che oltre la città di Sutri nel dominio romano esista in Italia pur una borgata, che egualmente si denomina Sutrio, e questa non lungi da Tolmezzo in provincia di Udine a cui estendevasi notoriamente il regno dei longobardi. Ma sebbene tale comune avesse già un castello, non vi manchino scoperte di antichità, e possa ritenersi non vana l’opinione1, che ne fosse fondatrice una colonia venuta dal Sutri romano, non era il caso di dar seguito a relativo dubbio, poiché, modestissimo luogo mai sempre, popolato da poco più di mille abitanti, non è posto in evidenza da fatto qualsiasi che potesse aprir l’adito a credere, che anche momentaneamente regnando la nazione dei longobardi avesse assunto impor-
- ↑ Nispi-Landi, Storia di Sutri. Pag. 73.