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celebrato scultore, ne fissava il superbo profilo in uno di quei medaglioni suoi tanto apprezzati. Il medaglione (vedi qui di fronte1) porta la data 1828 ed è per avventura questa quella che segna l’ultimo suo trionfo senza contrasti, senza rivalità, in Francia. Staccatasi dal Teatro Italiano di Parigi, abbandonata per poco l’Inghilterra, ch’ella, memore delle accoglienze avute, soleva chiamare “la sua seconda patria”, ripassò le Alpi, preceduta dalla fama di insuperata artista.

Nuovi applausi, nuovi onori l’attendeano a Vienna, ove si recò, nel febbraio 1829, a cantare nel teatro fuori di Porta Carinzia. I Viennesi si mostrarono entusiasti della diva, ed il Conte di Gallenberg, impresario del teatro, otteneva di prorogare la scrittura: gli abbonamenti (ed è questo un ottimo documento di ammirazione sincera) fioccavano. Poco prima che lasciasse la capitale austriaca, il conte di Czernin, I. R. Ciambellano maggiore, rimetteva alla Pasta un espresso aulico decreto spedito per ordine di S. M. I. R. Apostolica, col quale le era conferito il titolo di prima cantatrice di Camera, “e ciò in graziosissima ricognizione di quella rara virtuosità nel canto, che in si alto grado è propria di questa artista, e della quale diede prove si meravigliose in presenza della sovrana Corte2.”


  1. Posseduto dall’egr. Dott. Alfredo Comandini, che gentilmente ci ha permesso di dame la riproduzione.

    (N. della Dir.)

  2. Corriere delle Dame. 28 marzo 1829, pag. 102.