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sapere adesso come prima ch'ella pensasse ad onorare il Tarnowski accogliendo meritamente nel suo seno, il giovine artista polacco, che tanto onora coll'arte e con la coltura sua il patriziato galliziano, nella sua solitaria dimora di Wroblewice, aveva già eretto una specie d'altare alla gloria del più gentile fra i pittori del mondo.

Io interrompo qui la mia lettera. Il Conte è arrivato. Io non m'appartengo più. Son tutto dell'amico, che con le sue carezze m'avvince. Tu ami gli uomini poligoni. T'assicuro che, se tu conoscessi Ladislao Tarnowski, non ameresti nessuno più di questo cavaliere poeta, di questo trovatore pellegrino, di questo libero credente, di questo sognatore cortese. Ma quest'uomo non è perfetto; per divenirlo, gli manca qualche cosa, qualcheduno, un essere, un genio benefico che vegli al suo fianco, che scaldi e illumini la sua casa, una donna degna di lui. Tu, artista, scenziato e operaio d'amore, puoi dire quanto nella vita sia grave una tale lacuna, e comprenderai agevolmente come al critico amico essa non abbia potuto sfuggire.


Addio.


Il tuo aff.mo

Angelo De Gubernatis.