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nowski in Wroblewice. Il padrone è assente; da una settimana si trova a Lemberg; ma lo vedrò stasera, poichè il suo intendente, secondo gli ordini ricevuti, lo ha richiamato per telegrafo, annunziandogli il mio arrivo. La mia strada diretta pel ritorno da Granicza, ossia dai confini meridionali della Polonia russa, sarebbe stata quella di Vienna; mi voltai invece verso Cracovia, città veneranda per le sue rovine di monumenti italiani del tempo de’ Yagelloni, rovine, tuttavia, così neglette che fra qualche secolo non ne resterà forse più alcuna traccia. Avrei desiderato assistere a qualche spettacolo in teatro, ma i soli divertimenti del giorno che fossero annunziati ne’ manifesti erano un museo anatomico fiorentino, ed una Damen Capelle . Ti faccio grazia del Museo fiorentino , ove la curiosità con cui vi s’entra è punita col disgusto con cui se ne esce, ed anche della signora Kruger che con altre quattro signore e due suonatori al pianoforte, con la musica lieve di Offembach, con le polche, i walzer e i potpourris, solletica gli umori intraprendenti de’ pacifici borghesi cracoviani, tra i grassi vapori della cucina slavo-tedesca, che fa pompa in tali concerti, di tutta la sua virtù adipesca. Anzi è curioso osservare nei manifesti di tali concerti, come il concerto sia un solo pretesto, e come sotto le due righe che l'annunziano si estenda un vero programma di tutta la mole di cibi che gli Apicii slavo-tedeschi imbandiscono ai dilettanti di musica.

Se questo è ciò che si chiama vita confortevole, io mi rallegro entro di me, caro Paolo, nel pensare che in Italia non andammo ancora tanto innanzi, e che siamo ancora capaci di sentire, con animo raccolto, un po’ di musica, dimenticando per qualche ora le cure materiali del ventre. Lasciai Cracovia la sera del 16, col dispiacere di non averne potuto visitare l'Università ch’era chiusa, e di non averne potuto accostare il ceto colto che mi dicono assai distinto, malgrado le tendenze oltramontane della stampa locale invano contrastata dalla stampa liberale di Leopoli. Da Cracovia mi diressi ad oriente verso Przemysl, ove giunsi il mattino, e tra le tenebre che si diradavano incominciando a scoprir terra, osservai, dopo aver percorse le monotone lande russe, lituane e varsaviane, che la Gallizia è veramente un bel paese, con graziose colline, vaste praterie, campi ben coltivati. Da Przemysl, sempre per la via ferrata mi diressi verso la parte di mezzogiorno a Chyrow, e da Chyrow nella stessa direzione a Dobrovlany, ove salii sopra una carretta preadamitica o che rimonta per lo meno al tempo de’ Yagelloni, una specie di paniera fatta con vimini, ripiena di paglia nella quale m’accovacciai; ed in questa attitudine trionfale arrivai dopo un’ora e mezzo alla signoria di Wroblevice. Mi do-